Lettera per chi cerca lavoro

lettera a chi cerca lavoro francesco di pierro ceo top solutions torino

Lo so, è un momento difficile, almeno così molti lo sentono dentro di sè, specialmente in questo momento storico.

Mi domando: A cosa serve un lavoro?

A pagare i conti, ad avere le risorse economiche per vivere, a impiegare il nostro tempo.

Ma non solo.

Nel lavoro si cerca anche la propria identità.

C’e’ chi arriva a pensare di essere il lavoro che fa.

Se ci pensi bene chiunque è, indipendentemente da quello che fa.

E non è un lavoro, di nessun genere a farti essere diverso da quello che sei.

Però ci hanno educati, come in altre cose più nel male che nel bene, nel considerare gli altri e quindi noi stessi a seconda del lavoro che facciamo.

Che lavoro stai cercando?

Sicuramente un lavoro che consideri “prestigioso” e che ti fa percepire chi lo fa una persona che vale.

Ma non tutti i lavori che si possono considerare prestigiosi visti dall’interno lo sono, per il tempo e l’impegno mentale che ti portano via ben più di 8 ore al giorno, o per questioni etiche con cui ci si può scontrare, ad esempio.

Sicuramente, a livello intimo e profondo, un lavoro è una sfida in cui costruisci stima per te stesso.

E, secondo me, tantissimi tipi di lavoro non particolarmente prestigiosi dal punto di vista sociale ti offrono delle sfide quotidiane che rafforzano il tuo essere e il tuo saper fare.

Mi dichiaro, ho scelto di fare l'imprenditore.

Nonostante il livello fiscale e burocratico che ti mettono a dura prova in Italia.

E ho scelto di aprire un call center.

Gli operatori che lavorano per e con me fanno un servizio molto utile: chiamano e danno la possibilità di risparmiare, oppure fanno conoscere un prodotto che può facilitare di molto la vita.

Se li state ad ascoltare.

Sembra essere il lavoro peggiore del mondo a leggere i giornali e guardare la tv. C’e’ una campagna di comunicazione contro questa attività quasi inspiegabile, sicuramente totalizzante e distraente.

Vi da così fastidio ricevere una telefonata gentile, professionale e possibilmente utile?

A me da più fastidio dover interloquire con un robot per la gestione dei servizi telefonici che mi da l’opzione 1 2 o 3 da digitare sulla tastiera per poi parlare ascoltare messaggi preregistrati che non mi risolvono il problema.

La telefonata di un operatore di call center che mi porta un’informazione non mi sembra così drammatica, anzi.

Gli operatori che lavorano in Top Solutions a Torino sono “ragazzi” e “ragazze” che studiano, che mantengono una famiglia, che vivono anche grazie al lavoro che fanno per e con l’azienda.

Affrontano sfide tutti i giorni: chiamare qualsiasi tipo di persona, dalle più attente e gentili alle più maleducate e arrabbiate.

Hanno avuto una formazione e continuano ad averla su come comunicare al meglio per telefono, ma anche su come gestire lo stress provocato da rifiuti o maleducazione e su come si fa a vendere.

Hanno un ambiente lavorativo piacevole a cui io tengo molto perchè penso faccia la differenza, sia per i rapporti con l’azienda e con i colleghi, sia per l’autogestione del tempo e delle pause, sia per gli orari che non portano via tutta la giornata.

Si fissano obiettivi e si sfidano a raggiungerli.

Sanno quanto sono pagati e a quanto possono arrivare raggiungendo gli obiettivi.